AcquAgenda 2022

OSSERVATORIO PUBLIC UTILITY 20 LE UTILITY ITALIANE ATTRAVERSO UN DECENNIO: MIGLIORANO I SERVIZI E INVESTONO NELL’INNOVAZIONE Negli ultimi dieci anni le utility italiane hanno registrato un complessivo miglio- ramento dei servizi erogati e per il futuro puntano su digitalizzazione e innovazio- ne. Lo confermano i dati del rapporto Top Utility, che per l’edizione del decennale fa il bilancio dell’evoluzione del settore nell’arco di dieci anni, oltre ad analizzare i dati 2020 delle 100 principali aziende italiane dei comparti dell’energia elettri- ca, del gas, del servizio idrico integrato e dei rifiuti. Nell’anno terribile della pandemia, che ha visto una netta caduta del fatturato (-16% a perimetro omogeneo rispetto al 2019), il valore della produzione aggre- gato delle cento maggiori utility attive in Italia è ammontato a 87,7 miliardi di euro, pari al 5,3% del PIL italiano. Le Top100 sono prevalentemente società pubbliche (61%) o miste (25%); poche, invece, le private (5%) e le quotate (9%). Il 54% è costituito da utility idriche, multiutili- ty e monoutility dei rifiuti che fatturano meno di 100 milioni e quelle attive nel settore idrico coprono il 62,4% dell’ac- qua distribuita (ISTAT). In un decennio, poi, il panorama è molto cambiato, con i ricavi calati dai 111 miliardi del 2011 (prima edizione del rapporto) ai 102 del 2019 (6% del PIL), prima del crollo ec- cezionale del 2020 dovuto all’emergenza sanitaria. Performance e investimenti La crisi pandemica ha colpito i diversi mercati delle utility in maniera fortemen- te asimmetrica, con perdite più contenu- te per le utility idriche (-4,1%) e per le multiutility (-3%). Nonostante la discesa dei ricavi, gli indici di redditività nel 2020 restano positivi in tutti i comparti. Se si considera la media del decennio, il setto- re utility italiano pare godere di buona sa- lute. Le water utility mostrano una buona marginalità, che nel periodo 2011-2020 ha segnato un EBITDA/Vendite medio prossimo al 28% e un ROS dell’11%; parallelamente, è elevato il loro livello di indebitamento, coerente con la natura capital intensive e di lungo periodo dei loro investimenti. Utility idriche e dei ser- vizi ambientali sono infatti quelle struttu- ralmente più indebitate, anche se proprio l’idrico ha evidenziato il calo più signifi- cativo, riducendo l’indebitamento di due terzi nell’arco di dieci anni. La prospettiva decennale del rapporto permette poi di valutare l’evoluzione del- la gestione industriale delle maggiori uti- lity italiane, analizzando compiutamente l’efficienza delle operazioni e la qualità dei servizi. In generale, si è verificato un complessivo miglioramento delle perfor- mance, ad esempio con la riduzione delle perdite idriche. Gli sforzi compiuti dalle water utility per migliorare l’efficienza delle reti paiono essere andati nella giu- sta direzione. Le perdite mostrano infatti un trend di lungo termine decrescente: il valore registrato nel 2020 (29%) è il più basso del decennio. Nessun miglioramento, invece, per la de- purazione. La percentuale di utenti col- legata ai depuratori del 2020 (85%) si mantiene vicina alla media del decennio. Nella media anche il rendimento di de- purazione, che nel 2020 ha registrato un valore dell’88%. Nonostante l’ annus horribilis , non c’è stata alcuna flessione nel 2020 degli in- vestimenti in impianti, reti ed attrezzatu- re, che si sono attestati sui 7,2 miliardi, sostanzialmente invariati rispetto all’an- no precedente. Il dato vale lo 0,4% del PIL italiano 2020 e il 2,35% degli investi-

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